Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english “Dati alla mano, oggi ci troviamo di fronte a numeri che sinceramente continuano a scuotere le nostre coscienze e che confermano l’esigenza di un’azione istituzionale e sociale congiunta. Dal primo gennaio al 3 novembre di quest’anno in Italia sono stati registrati 263 omicidi complessivi, in questi 96 vittime erano donne, 82 sono state uccise in contesti familiari o affettivi e 51 di loro hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex partner” Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in occasione della presentazione della campagna di sensibilizzazione #nessunascusa in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne presentata oggi all’Università Luiss Guido Carli di Roma.”Questo solo per quello che riguarda gli omicidi, ma ci sono altri reati che sono significativi anche di un fenomeno molto più vasto. In questa direzione, anche il nostro Paese deve farsi promotore di un messaggio che sia inequivocabile e coraggioso, vale a dire che la violenza sulle donne continua a essere un’emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione”. Femminicidi in calo, ma ancora troppe vittime”Seppure in presenza di un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – ha sottolineato Piantedosi – le statistiche sono a volte molto fredde ma restituiscono solo fino a un certo punto la gravità di un fenomeno, perché è un calo che vede una diminuzione del 10% degli omicidi complessivi e del 9% delle vittime di genere femminile e del 5% degli omicidi familiari. Tuttavia, questi numeri ricordano la tragica realtà di donne, ancora troppe, che subiscono violenza senza trovare un necessario supporto. La violenza sulle donne è una delle sfide sociali in realtà più complesse, una sfida che non può essere affrontata solo con le parole ma che necessita di azioni concrete, misure stringenti, una forte volontà collettiva di cambiamento, un cambiamento che è prima di tutto culturale. Non basta inasprire le pene o ampliare i poteri delle autorità se non interveniamo alla radice di questo problema, vale a dire se non affermiamo la cultura del rispetto”. L’obiettivo della campagna Nessuna Scusa, ha continuato il ministro, “è proprio quello di contrastare i pregiudizi, le attenuanti e le spiegazioni infondate con le quali sovente si tenta di giustificare la violenza sulle donne. Di fronte alla violenza, alle discriminazioni e agli abusi dobbiamo essere uniti, determinati nel rifiutare ogni scusa e nel promuovere una cultura di rispetto e di parità”.Oggi riunione a Palazzo Chigi per il braccialetti elettroniciL’uso del braccialetto elettronico nei casi di violenza sulle donne “sarà oggetto di approfondimento nel corso di una riunione che si terrà proprio oggi a Palazzo Chigi”.”Al 15 novembre di quest’anno – ha ricordato il titolare del Viminale dei 10.458 dispositivi attivi, ben 4.677 sono quelli disposti per l’antistalking. Sono numeri altissimi che danno la dimensione di un fenomeno. Basti pensare che in Francia, i dispositivi attivi lo scorso mese di luglio erano in totale 984″. “Non solo – ha proseguito Piantedosi – Il ricorso al braccialetto elettronico nel solo mese di ottobre ha consentito l’arresto di 46 persone, di cui l’ultimo proprio la notte scorsa. E’ chiaro che la gestione di un quantitativo così elevato di dispositivi impegna particolarmente le forze di polizia ed ha messo in luce alcune indubbie criticità nel sistema di monitoraggio. Per superare queste difficoltà – ha detto ancora Piantedosi – presso il Viminale è operativo da alcuni mesi un Gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche di rappresentanti del ministero della Giustizia e della società fornitrice del servizio. Stiamo lavorando su soluzioni tecniche riguardo al tema della connessione di rete, dei tempi di attivazione e della gestione degli allarmi che pervengono alle Sale operative per fare in modo che le forze di polizia possano intervenire tempestivamente rispetto a ogni situazione di rischio o pericolo a beneficio delle potenziali vittime”.
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