Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english L’esito delle votazioni-bis sullo statuto del Movimento cinque stelle sarà chiaro questa notte. Difficilmente però il responso delle urne servirà a mettere la parola fine allo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che va avanti da settimane. Un duello a suon di accuse, anche via lettera, con l’annuncio, beffardo, del comico genovese di aver spedito una missiva ad Elly Schlein per “raccomandargli” Conte come guida del Pd “visti i voti che ha trasferito dal movimento al Pd”. E la risposta del leader m5s di voler inviare una missiva a Mario Draghi per suggerire “Grillo nel ruolo di consulente”. Una situazione evidentemente irrecuperabile ed il risultato delle nuove votazioni servirà solo a certificare le distanze tra il fondatore del movimento e l’ex presidente de consiglio. Beppe Grillo (RaiNews24) Le strade sono divise anche se Conte non vede scissioni all’orizzonte: “Grillo si è allontanato dalla comunità e ora ne rivendica un diritto di patronato”, attacca. L’accusa al comico è di comportarsi come un “monarca assoluto” che non riconosce “il percorso che stanno facendo queste persone, un percorso di persone adulte e mature che da anni su suo incitamento ed ispirazione stanno portando avanti delle battaglie e che con passione hanno vinto tante sfide. Ed oggi – accusa ancora – questo percorso viene disconosciuto dal garante stesso perché questa comunità ha deciso “addirittura” di realizzare il principio fondativo del movimento: la democrazia partecipativa”. Il leader m5s ripercorre le tappe che lo hanno portato in politica, sottolineando come sia stato proprio grillo a “pregarlo” di scendere in campo: “per due tre mesi – ricorda – ho preso del tempo perché ero consapevole dei nodi irrisolti, a partire da ruolo del garante”. “La base del movimento ha scelto i quesiti, e purtroppo per lui – ricorda – di defenestrare questa figura” e Grillo cosa fa? – prosegue – “Ci chiede di rivotare. È un estremo esercizio da sovrano assoluto” tanto che il consiglio al comico genovese è di provare a fare una “fondazione, perché in quella è consentito essere antidemocratici e può decidere di mettere chi vuole”. Giuseppe Conte (Tg3) Idee chiare sul movimento ma anche sulla sua identità. Conte non si tira indietro all’idea di costruire un’alternativa al governo ma rimarca “l’indipendenza” del suo partito: “il Pd si è ritrovato in Europa a votare con Meloni, noi no”, ricorda ancora una volta, “non faremo gli junior partner o il cespuglietto di chi vuole andare a governare”. Una provocazione che però la leader dem non raccoglie: “continuiamo a non perdere tempo in polemiche tra di noi, al nostro interno, ma neanche con le altre forze alternative alla destra. È importante, le polemiche sono un grande dispendio di energia”, sottolinea Elly Schlein.
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