Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english La politica non va in vacanza, non ancora. Prima della pausa ferragostana il dibattito di questi giorni canicolari si accende su almeno tre temi caldi: le nomine Rai, la sostituzione del ragioniere dello Stato, l’autonomia differenziata.Nomine RaiLa Lega sembra tenere il punto sulla figura del direttore generale da affiancare all’AD e al presidente. Nella maggioranza si prospetta dunque un braccio di ferro fino all’ultimo istante sulle nomine Rai, tanto da tenere in stand by la possibilità di un vertice formale di chiarimento tra i tre leader, dato per certo nelle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi. Una situazione che rende sempre più probabile – si è convinti in diversi ambienti della coalizione di governo – uno slittamento a dopo la pausa estiva pur essendo previsto il Consiglio dei ministri per mercoledì, 7 agosto. Ma i tempi tecnici sono diventati talmente stretti che solo una brusca accelerazione, che al momento non si percepisce nella maggioranza, potrebbe sbloccare la situazione in settimana: con due passaggi parlamentari obbligatori per la composizione del Cda (prima la riunione dei capigruppo – al Senato ne è prevista una lunedì per fare il punto – e poi quella della vigilanza). Il cavallo di Francesco Messina all’ingresso della sede Rai di viale Mazzini (Ansa) Il nuovo Ragioniere dello StatoVa tenuto presente che la partita Rai si inserisce nel complesso meccanismo delle nomine europee e di altre nomine di peso, come quella del nuovo Ragioniere generale dello Stato – un ruolo di altissimo livello operativo nella gestione degli affari economici – dopo l’uscita di Biagio Mazzotta e l’ipotesi dell’arrivo di Daria Perrotta, attuale responsabile dell’ufficio legislativo del Mef. Uno scenario che preoccupa il Pd secondo cui si tratterebbe di “un’opera di spoils system da parte del governo Meloni”. Il ragionamento dei dem parte dal presupposto che la Ragioneria non sia una struttura di staff alle dipendenze del governo ma “un pilastro insostituibile del nostro apparato pubblico”. I senatori del Partito democratico sottolineano che da tempo, del resto, anche Anac e Agenzia delle Entrate sono nel mirino del governo e del ministro Giorgetti. “Le colpe? Non aver paura di dire la verità sui conti e sulle scelte di un governo incapace di far quadrare i conti e di varare provvedimenti utili all’economia e alla tenuta sociale del paese”. Da qui l’annuncio del deposito di un disegno di legge per tutelare e difendere, anche alla luce dei nuovi vincoli imposti dal patto di stabilità, “la trasparenza delle procedure di nomina, l’autonomia e l’indipendenza del ragioniere generale dello stato”. Una preoccupazione che il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, cerca di smontare sottolineando che non c’è stata nessuna pressione per le dimissioni dell’attuale Ragioniere generale: “È una libera scelta del dottor Mazzotta – rilancia – e la scelta per la sostituzione risponderà a requisiti di alta professionalità, capacità e intelligenza”. Ma i Dem vanno per la loro strada: “La nomina del Ragioniere generale deve essere validata, con parere vincolante, dalle commissioni parlamentari competenti, e la scelta deve ricadere su personalità che non abbiano ricoperto incarichi di governo o di diretta collaborazione, e che abbiano una elevata esperienza professionale maturata per almeno 5 anni presso la Ragioneria generale dello Stato, la Corte dei conti, la Banca d’Italia, la Bce o l’ufficio parlamentare di bilancio”. Il ministro Giancarlo Giorgetti (LaPresse) Il referendum contro l’autonomia differenziata”Una firma per l’Italia”. Dopo il boom delle oltre 500mila firme raccolte in meno di due settimane, l’opposizione non arretra. Ed ecco così che il record di raccolta firme, nel minor tempo possibile, è stato raggiunto. Le opposizioni, assieme alla Cgil e all’Anpi, vogliono andare oltre. I partiti di centrosinistra – Pd, Italia Viva, +Europa, M5s, AVS – si stanno organizzando con i comitati territoriali per raccogliere adesioni e far sentire il più possibile la battaglia agli elettori, soprattutto davanti alla sfida del quorum. Mentre il centrosinistra si appresta ad organizzare una ‘tre giorni’ per inizio settembre di mobilitazione unitaria, il centrodestra prepara la contromobilitazione. Fratelli d’Italia ha già presentato la sua “estate dei patrioti”, per raccontare “le riforme del governo Meloni”. Ma in alcuni ambienti del centrodestra, soprattutto tra i governatori, iniziano a scaldarsi i toni. Oltre alle regioni di centrosinistra, non è un mistero che molti presidenti regionali della maggioranza non siano corsi a richiedere l’autonomia. Le opposizioni durante il deposito del quesito sul referendum contro l’autonomia, insieme alle organizzazioni sindacali, ai partiti dell’opposizione e a tante associazioni, presso la Corte di Cassazione, Roma, 05 luglio 2024 (ANSA)
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