Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english Domani è attesa la presentazione del nuovo regolamente europeo sui rimpatri. La Commissione introduce nell’ordinamento un cosiddetto ‘Ordine di rimpatri europeo’ che introduce la possibilità di rimpatriare le persone nei confronti delle quali è stato emesso un decreto di rimpatrio verso un Paese con il quale esiste un accordo o un’intesa, in sostanza centri di deportazione all’estero per i richiedenti asilo respinti.Non è la prima volta che la Commissione europea prova a dare un quadro legale ai rimpatri forzosi. Provò, fallendo, anche la Commissione Junker nel 2018. Come all’epoca anche la proposta oggi vuole eliminare le barriere legali in modo che gli Stati membri possano inviare i richiedenti asilo respinti in un altro Paese senza il loro consenso. Inziative simili sono state prese in passato anche in Australia con Papua, o nel Regno Unito con il Ruanda non riuscendo a mantenere le promesse e imponendo costi enormi ai contribuenti. Ancora aperta è la questione in Italia con i centri in Albania operativi, ma vuoti per l’opposizione dei tribunali. Centri migranti in Albania (Ansa) Il nuovo regolamento prevede che un simile accordo debba tenere conto di eventuali cambiamenti delle circostanze nel Paese dove è situato l’hub di rimpatrio. I minori non accompagnati e le famiglie con minori sono esclusi dal rimpatri.Ci sarebbero dei caveat rispetto all’arbitrio dei governi: in pratica la possibilità di rimpatriare i migranti irregolari verso tali Paesi dovrebbe “garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone interessate” – si legge nella bozza del regolamento diffusa oggi – e in questo caso “un accordo o un’intesa può essere concluso solo con un Paese terzo dove sono rispettati gli standard e i principi internazionali in materia di diritti umani, in conformità con il diritto internazionale, compreso il principio di non respingimento”.La mossa della Commissione fa parte di una più ampia spinta politica in Europa, dove la migrazione e l’asilo continuano a galvanizzare l’estrema destra. Nel fine settimana, il vincitore delle elezioni tedesche Friedrich Merz, ha annunciato l’intenzione di espandere i controlli alle frontiere, di aumentare significativamente il numero di respingimenti alla frontiera e di “adottare tutte le misure legali per ridurre l’immigrazione irregolare nel suo complesso”. Il regolamento è direttamente e obbligatoriamente applicabile dai singoli Stati membri e fornisce un quadro omogeneo di comportamento ai sinoli Paesi. “L’attuale mosaico di 27 diversi sistemi nazionali di rimpatrio, ciascuno con il proprio approccio e le proprie procedure, compromette l’efficacia dei rimpatri a livello Ue”, si legge nell’introduzione del testo.Una importante novità è la codifica del divieto d’ingresso nel territorio dell’Ue alla chi non collabora con il processo di rimpatrio, non lascia lo Stato membro entro la data indicata oppure si sposta in un altro Stato membro senza autorizzazione. Il divieto – fino ad un massimo di 10 anni – scatta poi anche per chi pone un rischio alla sicurezza dei Paesi Ue.La proposta dovrà ancora passare attraverso il processo di negoziazione, molto lungo, tra il Consiglio e il Parlamento europeo. Resta da vedere come si inserisca nella recente revisione delle norme interne in materia di asilo e migrazione dell’UE.