Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english È il momento di Nova, l’ambizioso titolo assegnato alla due giorni conclusiva del “processo costituente” del Movimento 5 stelle, avviato in estate dal suo leader, Giuseppe Conte. La manifestazione – in programma al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma, fra oggi, sabato 23, e domani, domenica 24 novembre – vedrà la partecipazione di migliaia di persone (ne sono attese più di tremila) per un fitto programma di tavole rotonde tematiche, alcune idee insolite (come una “intervista a Enrico Mentana”, direttore del TgLa7) e una corposa lista di ospiti nazionali e internazionali: gli economisti Joseph Stigliz, Luigi Zingales e Jeffrey Sachs; lo storico dell’arte Tomaso Montanari; giuristi di fama come Michele Ainis, Roberta Calvano e Massimo Villone; studiosi e tecnici del mondo sanitario come Ivan Cavicchi e Nino Cartabellotta; ex magistrati antimafia, oggi parlamentari M5S, come Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho. Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Roberto Fico ((Ansa)) I temi al centro della consultazione, dalle alleanze al limite dei due mandatiQuesti i temi al centro della consultazione: sancire definitivamente il carattere “progressista” del Movimento 5 stelle; definire i passaggi per la stipula di alleanze politiche (o proibirle del tutto); superare il vincolo storico dei due mandati elettivi nelle istituzioni; rinnovare gli equilibri interni eliminando la figura del garante “a vita”, attualmente incarnata da Grillo, oppure rimodularne durata e poteri; insieme alla riforma degli organismi collegiali di garanzia.Ci sono anche molte indicazioni programmatiche sulle quali gli iscritti si esprimeranno a partire da temi che possono avere una qualche influenza, in positivo o in negativo, anche sulle alleanze, come la pace e il riarmo, il fisco, la giustizia, il lavoro. Alla vigilia della grande assemblea pubblica la linea “progressista” di Conte, che ne fa una pregiudiziale (“Se la comunità degli iscritti decidesse di andare in una direzione opposta”, avverte, “mi farei da parte”), ha raccolto gli endorsement pubblici di diversi “big” del Movimento, a partire da Roberto Fico, da tempo tra i più convinti sostenitori della scelta di campo e dell’alleanza col Pd. Schieratissimo, l’ex presidente della Camera, anche sul superamento del limite dei due mandati, “perché così possiamo meglio competere sui territori”, Fico frena su nome e simbolo, sul cui cambiamento Conte si dice neutrale, anche se sarebbe, sottolinea, “un segnale di rinnovamento”. Gli ospiti (con l’incognita Grillo)Posto d’onore per Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, protagonista dell’unico successo elettorale dell’ultimo anno per i “grillini”, che interverrà domenica a ora di pranzo. Tra l’altro, proprio Todde ha detto esplicitamente che il Movimento deve “uscire dalla pubertà” e “ancorarsi ai progressisti”, esplicito segnale di un’alleanza strutturale e organica con il Pd, come le recenti vittorie del Campo largo in Emilia-Romagna e Umbria hanno confermato. E questo, a dispetto di quanto dichiarato a suo tempo dall’ex premier e presidente del Movimento, secondo cui proprio il campo largo “non esiste più”.Il colpo di coda viene dall’invito fatto a Sahra Wagenknecht, leader del partito BSW, unica forza di sinistra in crescita in Germania, lontana dalla cultura liberale-atlantista del centrosinistra italiano, quasi una provocazione per i potenziali alleati di Conte. Immancabile, la domanda delle domande: se alla kermesse prenderà parte il fondatore e garante del M5S Beppe Grillo, da mesi in contrapposizione aperta con Conte. “Deciderà all’ultimo”, giura chi lo conosce molto bene e lo sente ancora di frequente. “Una celebrazione, anzi, una incoronazione” ha confessato un dirigente di lungo corso, fermato nei corridoi del Parlamento, alludendo alla centralità della figura di Conte, che aprirà la due giorni, parlerà per dei “saluti finali” sabato sera e chiuderà la kermesse alle 15:30 (secondo il programma), dopo la proclamazione dei risultati della vera e propria “assemblea costituente”, che si sta svolgendo da giovedì scorso e si concluderà per l’appunto domenica, con l’annuncio dei risultati del voto on line riservato agli iscritti, poco meno di 89mila (erano arrivati fino a 170mila). Gli schieramenti, pro Conte o pro GrilloSta di fatto che i due leader ormai non si parlano più, ma è attorno a loro che si muove la gran parte della “galassia Cinquestelle”. Dall’uscita di scena di Di Maio, il Movimento si è sempre più “contizzato”. La Costituente ha prodotto un effetto polarizzazione: o con l’uno o con l’altro. Sono contiani la vicepresidente vicaria Paola Taverna, incaricata di tessere la tela delle alleanze locali; col presidente anche i suoi vice, entrambi deputati, Michele Gubitosa e Riccardo Ricciardi, e il senatore Mario Turco. Contiano doc il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, così come gran parte dei parlamentari, da Leonardo Donno a Barbara Floridia. Vicino a Conte, ma non senza distinguo, il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, da sempre sostenitore convinto della necessità del campo largo. La presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia (LaPresse) Sono invece ritenuti filo-Grillo l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, che fa parte del Comitato di garanzia del Movimento, l’ex ministro Danilo Toninelli, Collegio dei probiviri, e il tesoriere Claudio Cominardi. Fra i parlamentari che hanno preso le difese di Grillo, la senatrice Maria Domenica Castellone. Chiara Appendino ha provato a suggerire una linea più “unitaria”, mettendo l’accento sulla necessità di ricostruire “l’identità” del Movimento prima di pensare alle alleanze, ma non sembra volersi proporre come riferimento per una battaglia di minoranza interna.Nel campo dei sostenitori residui di Grillo, il clima è di rassegnata attesa: c’è chi semina dubbi sulla credibilità dei risultati del voto (le modifiche che richiedono una maggioranza qualificata potrebbero consentire al garante un intervento per far ripetere il voto), e chi dice che non c’è più spazio per restare: “Nei partiti le minoranze interne hanno un peso, dibattono, propongono istanze. Qui c’è la morte civica, da quando Conte è diventato presidente” protesta una figura di primo piano del M5S dell’era Grillo. Una dichiarazione che sembra lo specchio di quella, sul fronte opposto, della vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino, di sicura fede contiana, che in una intervista ad Affaritaliani.it indica agli oppositori la via dell’uscita: “Meglio la scissione che la minoranza interna”.

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