Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english Sempre più isolato a livello mondiale, con pressioni crescenti in particolare da Stati Uniti ed Unione europea, Nicolas Maduro se la prende ancora con i social e ordina all’agenzia che regolamenta le telecomunicazioni in Venezuela di bloccare per dieci giorni x, la piattaforma del suo nuovo “arcinemico”, Elon Musk, accusata di aver “incitato all’odio e promosso una guerra civile tra venezuelani”. Nei giorni scorsi, il leader ‘chavista’ (la cui vittoria alle presidenziali del 28 luglio è contestata dall’opposizione, convinta che ci siano stati brogli) aveva reso noto l’intenzione di “interrompere i rapporti” anche con whatsapp, sostenendo che la popolare chat di proprietà della società americana Meta viene utilizzata dai “gruppi fascisti” per minacciare il suo paese. Mentre secondo Netblocks, un’organizzazione di giornalismo investigativo che monitora la sicurezza digitale e le censure dei governi, pure l’app di messaggistica Signal risulterebbe “irraggiungibile su più provider internet del Venezuela”. Le misure prese confermerebbero l’inizio di una stretta dell’attuale governo sull’uso dei media digitali, spesso l’unica arma a disposizione della gente per testimoniare l’entità della repressione in corso nella nazione caraibica contro gli avversari politici.   Il presidente venezuelano Nicolas Maduro presso la sede del CNE a Caracas il 29 luglio 2024 (afp) Una repressione che non si ferma e, anzi, si acuisce colpendo sempre più persone, dai comuni cittadini ad attivisti, leader di partito e persino giornalisti. E mentre gli Usa, attraverso il sottosegretario per gli affari dell’emisfero occidentale, Brian Nichols, lanciano un duro monito a Maduro, avvertendolo che “la repressione non è un percorso sostenibile”, la leader dell’opposizione venezuelana, Maria Corina Machado, pur chiedendo un maggiore coinvolgimento della comunità internazionale (“le forze internazionali sono corresponsabili di ciò che sta accadendo in Venezuela”), stende una mano all’ex autista erede di Hugo Chavez offrendogli “garanzie e salvacondotto” se lascerà volontariamente il potere.   Maria Corina Machado (Ap) Il presidente panamense, José Raul Mulino, a far sapere che il suo Paese è pronto a offrire asilo politico al presidente Maduro nel tentativo di contribuire a una soluzione della crisi.  Conferma anche di aver già comunicato questa opzione al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che insieme ai governi messicano e colombiano si è assunto il compito di mediare nella crisi.La reazione del presidente venezuelano non è tardata ad arrivare. In una diretta sulla televisione di stato Maduro si è rivolto direttamente a Mulino. “Presidente di Panama, cercherò di imparare il suo nome, ma chi si mette contro il Venezuela si brucia” ha detto, definendo Mulino “eletto da una minoranza di destra”.  Proteste contro la rielezioni di Maduro in Venezuela (Ap) Nella stessa diretta televisiva ha detto di rispettare “profondamente” i governi di Brasile, Colombia e Messico e che saprà “come comunicare con i loro presidenti al momento giusto”. Giovedì i tre paesi avevano pubblicato un comunicato in cui insistevano nella richiesta al presidente venezuelano di presentare i verbali elettorali. Maduro ha dichiarato di essere in attesa di un colloquio con il brasiliano Luiz Inacio da Silva, il colombiano Gustavo Petro e il messicano Andres Manuel Lopez Obrador. “Speriamo che avvenga”, ha dichiarato, aggiungendo che anche con loro cercherà di spiegare “una situazione che è complessa da capire, perché nel mondo ci sono molta manipolazione e bugie”.   Venezuela, proteste e scontri dopo rielezione di Maduro 29 luglio 2024 (Ap) Maduro è stato anche l’ultimo candidato ad essere ascoltato dalla Corte Suprema affermando di respingere qualsiasi possibilità di negoziare con la leader dell’opposizione Maria Corina Machado, ritenendo che lei debba rispondere “dei crimini commessi”. “Per quanto riguarda il negoziato, penso che l’unica persona che dovrebbe negoziare con Machado in questo paese sia il procuratore generale: si presenti alla giustizia e risponda dei crimini che ha commesso”, ha affermato Maduro al termine della sua citazione davanti alla Corte Suprema. Con Maduro, la Corte Suprema di Giustizia (Tsj) ha terminato l’audizione dei candidati e dei leader politici che aveva convocato. Il suo presidente, Caryslia Rodriguez, ha dichiarato lunedì scorso che la Corte ha “15 giorni, prorogabili, per prendere una decisione”. “Quello che dirà il Tsj sarà la legge della Repubblica, sarà una sentenza sacra” ha dichiarato Maduro.  

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