Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english “Bettino Craxi, insieme ad Andreotti e a Berlusconi, è stato uno dei grandi protagonisti della politica estera del nostro Paese. Ha fissato per il Partito socialista una posizione riformista e non sottomessa all’egemonia del Partito comunista. Nel mio partito convivono un’anima cattolica, una liberale e una riformista e credo che molti elettori del partito socialista di Craxi continuino a votare per Forza Italia”. Antonio Tajani, anche a nome del governo, prende parte ad Hammamet, in Tunisia, alla commemorazione in ricordo del leader socialista, nel 25esimo anniversario della scomparsa.Tajani, che partecipava alla riunione del Partito popolare europeo a Berlino, ha voluto evidenziare che “è giusto che, come rappresentante del governo e come segretario di Forza Italia, vada a ricordare un personaggio politico ingiustamente perseguitato da una furia giustizialista del passato. Un uomo che ha dato molto alla politica italiana”. L’omaggio del ministro degli Esteri (@Antonio_Tajani) Il ricordo del presidente Mattarella“Bettino Craxi è stata una personalità rilevante degli ultimi decenni del Novecento italiano. Parlamentare italiano ed europeo, segretario del Partito Socialista Italiano per oltre un quindicennio, presidente del Consiglio dei Ministri, ha impresso un segno negli indirizzi del Paese in una stagione caratterizzata da grandi trasformazioni sociali e da profondi mutamenti negli equilibri globali” ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25° anniversario della scomparsa.“Interprete autorevole della nostra politica estera europea, atlantica, mediterranea, sostenitrice dello sviluppo dei Paesi più svantaggiati, aperta al multilateralismo – scrive ancora il presidente Mattarella -, lungo queste direttrici ha affrontato passaggi difficili, rafforzando identità e valore della posizione italiana. Un prestigio che poi gli venne personalmente riconosciuto con incarichi di rilievo alle Nazioni Unite. Le politiche e le riforme di cui si fece interprete sul piano interno determinarono cambiamenti che incisero sulla finanza pubblica, sulla competitività del Paese, sugli equilibri e le prospettive di governo. Una spiccata determinazione caratterizzò le sue battaglie politiche, sia nel confronto tra partiti, sia in campo sociale e sindacale, catalizzando sentimenti contrastanti nel Paese”.Il capo dello Stato prosegue: “Raccolse un consenso ampio quando riuscì a portare a conclusione il processo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa cattolica, sul cui inserimento in Costituzione i socialisti si erano espressi, all’epoca della Costituente, in termini negativi. La crisi che investì il sistema politico, minando la sua credibilità, chiuse con indagini e processi una stagione provocando un ricambio radicale nella rappresentanza. Vicende giudiziarie che caratterizzarono quel burrascoso passaggio della vita della Repubblica. Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa del leader socialista, desidero esprimere sentimenti di vicinanza ai familiari e a quanti con lui hanno condiviso impegno politico e personale amicizia” conclude Mattarella. Ignazio La Russa alla commemorazione di Craxi (X) La Russa: “Il debito più grande, non aver impedito che morisse all’estero”“Craxi, calmati i venti della cronaca, diventa un personaggio della Storia e come tutti i grandi personaggi della Storia può avere luci, può avere ombre ma non può essere più utilizzato da una parte o dall’altra a sostegno di tesi che incidano nell’attualità” ha invece sostenuto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, all’inaugurazione della mostra Volti del Novecento, ad Hammamet, al Centro Internazionale Dar Sebastien. Era presente anche Stefania Craxi, figlia dell’ex segretario del Partito Socialista italiano, scomparso il 19 gennaio 2000. Stefania Craxi col presidente del Senato (@Ignazio_LaRussa) “Credo che ormai, passato il tempo delle invettive – ha sottolineato ancora La Russa -, Craxi debba essere studiato come una grande figura della Storia. Quello che io sento il debito più grande, oltre a quello di un dibattito serio e sereno sulla sua figura, è quello di non avere impedito che morisse all’estero in esilio, non avere voluto che potesse curarsi in Italia. Fu questa, devo ammetterlo, la spinta che mi portò già all’inizio degli anni 2000 a venire a rendere omaggio a chi era morto esule. In quegli anni a chiamare Patria l’Italia eravamo veramente in pochi, mentre oggi siamo la maggioranza. Ma mentre eravamo in pochi fuori dall’arco costituzionale, al suo interno ce n’era solo uno, ed era Craxi” ha aggiunto la seconda carica dello Stato. Per cui oggi non solo non potevo dire no all’invito di Stefania, ma ho voluto dire sì. Perché lo sentivo come un momento anche di quella difficile pacificazione che tarda ad arrivare su tanti fronti. Ma questa è un’altra storia” ha concluso il presidente di Palazzo Madama.

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