Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english La Lega che insiste sul terzo mandato. E il destino di Daniela Santanchè, sempre in bilico. Senza contare l’impasse non ancora superato sui giudici della Corte costituzionale, l’autonomia che rischia la nuova batosta del referendum. E pure il da farsi sul Ddl sicurezza. Giorgia Meloni vola a Washington per presenziare all’insediamento di Donald Trump lasciandosi alle spalle parecchi dossier aperti. E scottanti. Prima fra tutti la querelle sul veneto di Luca Zaia, vero oggetto del contendere nella maggioranza, anche se a puntare i piedi oggi è un altro governatore leghista, Massimiliano Fedriga, che ha messo sul tavolo la questione anche in Friuli Venezia Giulia e manda un messaggio piuttosto netto agli alleati: non si può liquidare con un “non siamo d’accordo, arrivederci e grazie” la richiesta di una delle forze della coalizione. Luca Zaia, Presidente del Veneto (ansa) Che la scelta di ricorrere contro la legge regionale campana, che incide anche sul numero di incarichi per Vincenzo De Luca, non avesse messo la parola fine sulla questione era stato chiaro già poco dopo il Cdm che ha deliberato. Il partito di Matteo Salvini aveva subito ribadito la sua contrarietà, chiedendo ancora una volta la revisione della regola nazionale e innescando, in un crescendo, l’aperta presa di posizione di due dei leghisti considerati tra i più dialoganti e con buoni e diretti rapporti con la premier, come Zaia (che peraltro è già al tuo terzo giro) e Fedriga, oltre a quella, scontata, del consiglio federale di via Bellerio. Fedriga ricorda peraltro che in Piemonte, poco più di un anno fa, tutti hanno votato la legge regionale che, di fatto, consentirebbe pure ad Alberto Cirio un terzo mandato. Massimiliano Fedriga, Governatore Friuli Venezia Giulia (Rai) Il fronte più caldo, e più vicino, è quello veneto. Meloni ha fatto capire a inizio anno come ci siano ambizioni di Fdi in regione, “legittimate dai risultati” dicono i suoi, che in Veneto hanno incassato percentuali sopra il 30% alle politiche e alle europee. Certo, c’è anche chi le consiglia di lasciare il veneto ai leghisti per puntare tutto sulla Lombardia (che vota nel 2028). Ma Fratelli d’Italia non governa nemmeno una regione del nord, ed è quindi complicato trovare una soluzione di equilibrio. Anche perché pure la soluzione dell’esponente di area ma della società civile potrebbe non bastare alla Liga veneta, che sul territorio si dice prontissima ad andare da sola. Se proprio si dovesse rinunciare al terzo mandato per il “doge” Zaia, già nella Liga si starebbe ragionando su una rosa di nomi da proporre agli alleati: è molto circolato quello del sindaco di Treviso Mario Conte ma ci sarebbero anche la vice del governatore Elisa De Berti, il capogruppo in consiglio regionale Alberto Villanova, lo stesso segretario della Liga Alberto Stefani, e finanche chi ha ruoli di governo come Massimo Bitonci. Tutti disponibili alla causa. Senato – Mozione di sfiducia al ministro del Turismo Daniela Santanchè ((LaPresse)) Per ora l’indicazione ai meloniani è quella di lasciare decantare, di non rispondere punto su punto. Poi bisognerà sedersi a un tavolo, che ancora non è stato convocato ma potrebbe arrivare a breve. Gli alleati stanno invece alla finestra sul caso Santanchè, dopo avere pubblicamente espresso la loro fiducia alla ministra. “Noi difendiamo un principio, che uno è condannato quando c’è una sentenza definitiva. Poi le valutazioni politiche interne a Fratelli d’Italia, le fanno loro”, sottolinea l’azzurro Maurizio Gasparri. E che la questione sia spinosa per i meloniani lo testimonia il silenzio calato sulla ministra del turismo, interrotto oggi da Gianluca Caramanna, che oltre a essere deputato e responsabile turismo del partito e anche consigliere della ministra e lavora gomito a gomito con Santanchè. “Come ministro ha fatto un ottimo lavoro”, dice Caramanna, entrato nel totonomi in caso di addio della titolare del dicastero che “io e Fdi confidiamo possa dimostrarsi estranea ai fatti che le vengono contestati”. Lei per il momento si mostra salda in sella al dicastero, twitta pro governo e su Trump proprio mentre la premier sta volando da lui. E conferma il viaggio a Gedda che la vedrebbe a fianco della premier il prossimo fine settimana. Almeno per ora.
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