Summarize this content to 2000 words in 6 paragraphs in english Il popolo sembra aver già deciso, mentre il Parlamento è diviso. Dopo il primo voto di impeachment finito con un nulla di fatto, perché i deputati del partito di maggioranza hanno abbandonato l’Aula, a distanza di una settimana il secondo voto è stato decisivo. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, che non aveva alcuna intenzione di lasciare l’incarico, è stata destituito. Il suo partito, deciso ad appoggiarlo, è stato evidentemente “vittima” dei franchi tiratori. La crisi politica era stata scatenata dalla sua controversa legge marziale: introdotta e poche ore dopo revocata. Un fulmine a ciel sereno, annunciato durante il discorso sul bilancio per l’anno 2025, che ha già avuto conseguenze durissime: il capo della polizia nazionale della Corea del Sud e quello di Seul sono stati arrestati, il Parlamento ha respinto il decreto, l’ex ministro della Difesa, Kim Yong Hyun, arrestato, ha tentato il suicidio in carcere. Per non parlare delle scene di militari pronti a eseguire gli arresti ordinati dal Presidente. Una situazione che ha trascinato per un momento, a detta di molti analisti, la Corea del Sud nel XX secolo. Il cordone di sicurezza intorno al Parlamento (Afp) Alla vigilia del secondo voto di impeachment, la popolarità del presidente Yoon Suk-yeol ha toccato un nuovo minimo storico. Un recente sondaggio pubblicato da Gallup Korea gli attribuisce soltanto l’11% di preferenze. Il 75% degli intervistati ha espresso parere favorevole all’impeachment mentre il 21% ha dichiarato di rifiutare la sua destituzione. La scorsa votazione soltanto in tre hanno “disubbidito” partecipando al voto. Questa volta sono tutti presenti. Dopo una settimana di fuoco fatta di pressioni politiche, indagini su Yoon e la sua cerchia, e un malcontento tangibile, il leader dell’opposizione del Partito Democratico, Lee Jae-myung, ha rivolto un appello accorato al partito al potere People Power Party (Ppp): “La storia ricorderà”.  Per approvare la mozione di impeachment – che prevede l’accusa di “atti insurrezionali che minano l’ordine costituzionale” per l’introduzione della legge marziale – sono necessari 200 voti. Se dovesse passare la mozione, Yoon verrà sospeso dall’incarico mentre il primo ministro Han Duck-soo subentrerà come presidente ad interim. La Corte avrà 180 giorni per pronunciarsi sul futuro del Presidente. Se dovesse confermare l’impeachment, Yoon diventerà il secondo Presidente nella storia della Corea del Sud a essere messo sotto accusa. Esiste tuttavia un precedente in cui la Corte ha bloccato il voto: nel 2004, l’allora presidente Roh Moo-hyun fu rimosso dal Parlamento per presunte violazioni della legge elettorale e incompetenza e successivamente reintegrato. Se invece il voto dovesse fallire di nuovo, Yoon potrebbe affrontare la “responsabilità legale” per la richiesta di legge marziale in un procedimento penale, ha spiegato Kim Hyun-jung, ricercatore presso l’Istituto di diritto dell’Università della Corea.

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